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Inviati con un compito: portare frutto

 


Guarda i girasoli: s’inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po’ troppo significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l’arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.

(Roberto Benigni: "La vita è bella" 1997)


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Ma si può comandare di amare? Al cuore non si comanda dice un adagio popolare; eppure ciò che sembra essere più profondamente radicato come scelta personale, di libertà, Gesù sembra imporlo. 

Però se si guarda l’etimologia del verbo, forse si capisce qualcosa di più: deriva dal latino commandare che è composto da due termini “con e “mandare”, ovvero mandare, inviare con un compito, ma anche assieme, accompagnato da qualcun altro.

Allora non è un termine che vuole imporre qualcosa, ma indicare un percorso, un compito affidato alla nostra disponibilità, un modo di vivere se si rimane innestati nella sua vita, radicati nel suo modo di essere, ascoltando le sue parole che ci rendono da soggetti passivi (perché scelti da lui), a persone capaci di andare e portare quel frutto che Gesù ci ha mostrato essere il donare la propria vita. Ma non da soli, assieme a tutti quelli che il vignaiolo ha “purificato”. Per comprendere questa immagine si deve aver presente che le viti in Palestina, ma anche nel nostro Sud, non sono disposte in filari alte da terra, ma appoggiate al suolo e i tralci con i grappoli vanno curati, sollevati, fatti emergere, puliti dalle impurità, dalle erbacce che possono loro impedire di prendere il sole, di essere illuminati, di maturare pienamente.

Tutto il creato è innestato nell’amore del Padre che da lui prende origine, per questo la sua azione è su tutti, di qualsiasi recinto, ovile siano, anche se dispersi nel mondo, ed è per questo che tutti concorrono alla sua opera tesa a completare la creazione.

Partecipare a questa sua azione è amare. Per questo il significato dell'amare una persona: è l'averne cura, offrendole, donandole tutte le possibilità perché possa liberare tutte le sue potenzialità, diventare ed essere quella realtà che è chiamata a realizzare. Questa è la cartina di tornasole che fa comprendere se ciò che lega due persone è amore o possesso o qualcosa d'altro. Da qui nasce la domanda se è più facile amare o lasciarsi amare.

Questa è la Sua e la nostra gloria, la Sua e la nostra gioia: è l’opera dei suoi amici, non dei suoi servi.

(BiGio)



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