La vite e i tralci - Il mosaico di Musrara, VI sec.

 Arte e fede

7x4 metri, tessere musive policrome, Gerusalemme (nei pressi della porta di Damasco)


Nell’immaginario delle prime generazioni cristiane gli uccelli sono stati utilizzati sia come elemento decisamente decorativo sia con un valore molto più simbolico. Le decorazioni delle case romane riportano numerosi affreschi e mosaici con rappresentazioni di uccelli, è da questo stile e da questo immaginario che i cristiani attingeranno per le loro rappresentazioni.


Un esempio raffinato è quello del mosaico pavimentale detto di Musrara a Gerusalemme vicino alla porta di Damasco. Il mosaico è stato scoperto tra il 1892 e il 1893 e risale al VI secolo.

Questa pavimentazione testimonia l’utilizzo certamente liturgico dell’ambiente per il quale è stato realizzato. Ha una lunghezza di sette metri ed è largo più di quattro.


Da un vaso finemente decorato partono dei tralci di vite all’interno dei quali trovano spazio diversi uccelli. Al fianco del vaso due pavoni.
La vite ha chiaramente un significato legato al passo di Giovanni 15,1-11. Gesù è la vigna, il Padre il vignaiolo e i fedeli i tralci dal quale si richiede il frutto.

In questo mosaico si aggiunge inoltre la presenza degli uccelli alcuni intenti a beccare i grappoli di uva che pendono dalla vite. Se la vite è Cristo, cibarsene vuol dire partecipare della sua vita, essere un corpo solo, partecipare all’eucaristia che è pane e vino. Ogni tralcio è un fedele e ad ogni tralcio corrisponde un uccello anch’esso quindi simbolo del fedele. In questo solco simbolico si inserisce il brano del vangelo di questa domenica che ricorda ai fedeli di guardare agli uccelli come memoria dell’attenzione da parte di Dio verso di loro. il Signore provvede a loro e tanto di più provvederà a noi che valiamo più di molti passeri! (Lc 12,7).


Come ci ricorda questo brano siamo chiamati a non farci prendere dalla preoccupazione, ma a vivere l’oggi in Dio. Per ricordare al fedele di non lasciarsi prendere dalle preoccupazioni in questo mosaico sull’asse principale un solo uccello è in gabbia: l’unico uccello che non può avvicinarsi ai grappoli che gli pendono ai lati. Le preoccupazioni sono diventate più forti della sua capacità di affidarsi al Signore e rischia di restare bloccato.


Un ultimo accenno all’iscrizione che si trova sulla sommità del mosaico, è in lingua armena e dice: «In memoria e per la salvezza di tutti gli Armeni, dei quali il Signore conosce i nomi». Era quindi nella volontà dei committenti del mosaico ricordare attraverso i tralci e gli uccelli tutti i credenti di cui il Signore conosce il nome e di cui si prende cura nel presente e lo farà nel futuro.


(dal: www.insiemesullastessabarca.it)

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