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Sei beati nuovi santi per la Chiesa universale. Tra questi Charles De Foucauld

 


Chi offrendo la propria vita fino al martirio, chi esercitando eroicamente la carità e le virtù cristiane, ognuno di loro ha contribuito a portare nel mondo la testimonianza del Vangelo. E la Chiesa li proclama ora santi.  
Tra loro, Charles De Foucauld, il sacerdote francese “povero tra i poveri” e “fratello universale”, come egli stesso si definiva, che a inizio del secolo scorso impiantò i semi del Verbo divino nel cuore del Sahara. "I santi e le sante ci dimostrano che si può lodare Dio sempre, nella buona e nella cattiva sorte, perché Egli è l'amico fedele, e il suo amore non viene mai meno", ha scritto il Papa nel suo account Twitter.

Prima di diventare “Fratel Carlo di Gesù”, il giovane Charles, nato a Strasburgo, aveva intrapreso la carriera militare, seguendo le orme del nonno che lo aveva cresciuto quando era rimasto orfano dei genitori a 6 anni. La fede, il futuro beato, l’aveva accantonata durante l’adolescenza, ma durante una pericolosa esplorazione in Marocco, negli anni 1883-84, in lui sorge un interrogativo: “Dio esiste?”. “Mio Dio, se esistete, fate che io Vi conosca”, fu la sua richiesta, che già assumeva i tratti di quella preghiera incessante che ne caratterizzò l’intera vita. Rientrato in Francia, De Foucauld si mette in ricerca e chiede ad un sacerdote di istruirlo. Poi si reca in pellegrinaggio in Terra Santa e lì, nei luoghi della vita di Cristo, trova la sua vocazione: consacrarsi totalmente a Dio, imitando Gesù in una vita nascosta e silenziosa. Ordinato sacerdote a 43 anni (1901), Charles De Foucauld si reca nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a Sud a Tamanrasset con i Tuareg dell’Hoggar. Vive una vita di preghiera, meditando continuamente la Sacra Scrittura, nell’incessante desiderio di essere per ogni persona il “fratello universale”. 
Questa sua caratteristica lo avvicina a quanto Papa Francesco continuamente testimonia.
Muore a 58 anni la sera del 1° dicembre 1916, assassinato da una banda di predoni di passaggio. Benedetto XVI lo ha beatificato nel 2005.

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