I primi versetti del capito 6 della Genesi, quello del Diluvio, accennano a dei “figli di Dio” che si invaghirono delle figlie degli uomini, si unirono con loro prendendole per mogli ma, poi, il racconto si blocca lasciandoci con un grande punto interrogativo. La continuazione della narrazione la si trova nel Libro dei Vigilanti di Enoc dal quale quel versetto di Genesi appare estrapolato e vi dipende. Quel libro fa parte del Pentateuco di Enoc che, nel medio giudaismo (300 a.c. – 200 d.c.) convisse con quello di Mosè. In quel periodo trovarono stesura ambedue i Pentateuci che si differenziano sostanzialmente perché danno risposte diverse all’origine del male ed alla soluzione per superarlo. Per quello di Mosè è nell’incapacità dell’uomo a rimanere fedele alla Torah che si genera il male e quindi il peccato. In quello di Enoc la storia è molto diversa ma tracce di questo si ritrovano anche nell’altro a significare che il dialogo tra i due era molto stretto e fecondo man mano che l’approfondimento teologico diventava più profondo.
I Vigilanti erano degli angeli, una specie di pretoriani di Dio che, scesi sulla terra, si invaghirono delle donne, le sposarono e nacquero i giganti. Tutto questo però stava fuori del disegno di Dio e il risultato fu quello che noi oggi potremmo chiamare un errore genetico che deturpa e genera disordine in ogni aspetto della creazione.
La reazione di Dio fu quella di rinchiudere questi suoi “figli” ribelli (gli angeli) perché erano andati oltre il suo disegno alterando l’equilibrio della realtà, nello sheol e mandò il diluvio per far annegare i giganti, queste creature difformi e deformanti il suo disegno. Una parte di questi esseri avevano però caratteristiche divine e, quindi immortali (qui si vede l’influenza dello zoroastrismo – la religione babilonese – e della filosofia greca, ambedue basate sul dualismo bene/male, mortale/immortale, carnale/spirituale). Questa loro parte immortale che poi noi chiameremo “anima” ovviamente sopravvisse ma, essendo frutto di un peccato, continua la sua influenza continuando a cercare di portare il disordine (cioè il peccato) tra gli uomini, a dividerli, separarli da Dio e dalla sua volontà.
Sono questi gli “spiriti impuri” che Gesù incontra e sconfigge continuamente come un altro libro di Enoc, il “Libro dei sogni” aveva annunciato: per vincere definitivamente questi diavoli (dia-bolos, cioè coloro che cercano di dividere l’uomo da Dio), era necessaria l’opera di uno di origine divina più forte di loro.
Quando anche nella nostra Scrittura cristiana (ma anche in quella ebraica) incontriamo angeli, demoni e spiriti immondi, siamo di fronte ad una contiguità tra i due Pentateuci nei quali trovano la fonte. All’epoca di Gesù erano ambedue conosciutissimi e, una delle correnti teologico-spirituali dell’epoca assai diffusa, era quella messianica-escatologica alla quale anche Qumran faceva parte (come movimento scismatico). Pure il movimento di Giovanni Battista attingeva a questa corrente e, in seguito, anche quello di Gesù. Difficile comprendere il retroterra culturale di S. Paolo senza accedere a questa fonte dalla quale attinse a piene mani.
Ultima nota in questo excursus tagliato con l’accetta: la versione integrale del Pentateuco di Enoc ci è giunto in lingua ge’ez attraverso la Bibbia etiope della quale fa parte integrante assieme a quello di Mosè.
(BiGio)
in effetti questo excursus è molto tagliato con l'accetta, sarebbe interessante saperne di più . Grazie per questi commenti interessantissimi e utili .
RispondiEliminaGrazie! Lettura molto interessante! Concordo con il precedente commento: ci vorrebbe un ulteriore approfondimento di questi spunti.
RispondiEliminaSintesi estrema è vero ma questo è un Blog e può dare solo delle indicazioni stimolando la ricerca personal: non è il luogo dove fare un trattato. In ogni caso oramai la letteratura in merito al medio giudaismo e all’enochismo si sta facendo corposa. Peccato che con Boccacini il centro della ricerca si sia trasferito negli USA dove lui insegna da trent’anni. Conseguentemente tutta le letteratura più recente è il lingua inglese.
EliminaIn italiano però si trova ancora molto e le firme sono quelle di Paolo Sacchi (che ha iniziato la scuola su questo tema all’università di Torino e Boccaccini è un suo allievo), lo stesso Boccaccini, Virgili, Adinolfi senza dimenticare Sabino Chialà la cui tesi di dottorato (traduzione dal Ge’er e commento del Libro delle Parabole di Enoch) dopo 15 anni è considera ancora il testo di riferimento.
Di questi si trovano anche molte lezioni divulgative sul tema in YouTube, se lo si desidera si trovano facilmente ... Se si vuole qualcosa di più impegnativo vale la pena di seguire il sito dell'Enoch Seminar e fra pochi giorni (il 7 febbraio) ci sarà la possibilità di seguire la prima di tre lezioni sul tema, questa volta dall'Università Federico II di Napoli. Per informazioni: http://www.acsannilo.it/ - per avere il link per seguire la lezione: info.associazioneculturales.nilo@gmail.com