A tu per tu con Ignazio De Francesco, monaco della Piccola Famiglia dell'Annunziata, fondata da Giuseppe Dossetti, presbitero, giurista, politico e teologo italiano da sempre impegnato nel dialogo intereligioso.
«Voi non credete in un unico Dio, ma in tre?», «E mangiate il corpo di Cristo. Siete cannibali?». Vestito da frate, il quasi cinquantenne Ignazio, all’università di Damasco, in Siria, cercava di rispondere alle domande, anche provocatorie, dei suoi giovani compagni di corso, ragazzi e ragazze, per lo più musulmani, che lo aspettavano nei corridoi, a volte anche con piglio aggressivo. «Mi chiedevano di tutto e di più, ma sono state domande fondamentali per riflettere su me stesso, e per cominciare a mettermi nella casa dell’altro». Ignazio de Francesco, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata da Giuseppe Dossetti a Montesole (Bo), e oggi uno degli islamologi più accreditato nel mondo musulmano, comprende proprio in quella situazione il valore del dialogo interreligioso. «Presuppone una conoscenza di sé molto profonda – spiega –, e anche un forte radicamento nella propria fede. Non è mai dialogo interreligioso quello in cui camuffo un po’ me stesso per avvicinarmi all’altro. D’altra parte, l’altro devo ascoltarlo, nelle sue ragioni, ma anche nella sua narrazione, secondo la quale “Muhammad è l’ultimodei profeti, la chiave della profezia”. Il dialogo interreligioso ti consente di dislocarti dal tuo punto di vista, metterti in quello dell’altro e, da lì, comprendere meglio il tuo. Guardarsi da fuori è estremamente utile».
L'intervista a cura di Romina Gobbo continua a questo link:
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