Arriva in Italia il monumentale commento al Nuovo Testamento di 80 studiosi ebrei: la sensibilità ebraica e le fonti del rabbinismo aiutano a chiare contesto della vita e della predicazione di Gesù. Uno strumento destinato a rimanere un punto di riferimento fondamentale.
Nel 2011 apparve negli Stati Uniti un monumentale commento ebraico a tutto il Nuovo Testamento, cui collaborarono circa ottanta ebrei, studiosi e studiose del giudaismo del secondo Tempio e delle origini del cristianesimo. Coordinarono l’impresa Marc Zvi Brettler e Amy-Jill Levine, di riconosciuta autorevezza accademica in tali campi di studio (dai quali il mondo ebraico si era sempre tenuto abbastanza lontano, salvo alcune grandi eccezioni che si erano focalizzate soprattutto su Gesù e Paolo di Tarso). In poco tempo quel commento ebraico fu così positivamente recepito in America e a livello internazionale che già nel 2016 Levine e Brettler predisposero una seconda edizione, riveduta e ampliata, arricchita di nuovi saggi e apparati didattici. Su quest’ultima versione la casa editrice Queriniana ha realizzato l’edizione italiana, che porta il titolo Il Nuovo Testamento letto dagli ebrei curata da Flavio Dalla Vecchia per la Queriniana e con i testi biblici della traduzione della Conferenza episcopale italiana (Cei) del 2008. Grande opera di consultazione e di studio, si tratta di uno strumento destinato a restare un punto di riferimento fondamentale sia per i neotestamentaristi di professione sia per quanti, ebrei o cristiani, frequentano e citano quelle fonti negli ambienti del dialogo interreligioso.
L'intera recensione di Massimo Giuliani a questo link:
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