Il sacerdozio universale ci sollecita ad andare oltre la distinzione tra clero e laicato

Nel vocabolario della tradizione cristiana a cui appartengo - sono una pastora battista — non vi è accenno alla figura del "laico". ll sacerdozio universale dei credenti che parla della Chiesa come una comunità di uguali, ci sollecita ad andare oltre la distinzione tra clero e laicato. Distinzione sorta in un secondo tempo rispetto alla Chiesa delle origini e che ha mosso la Riforma protestante del XVI secolo nel tentativo di ritornare alle radici di una fede dove la chiamata è di tutti.


Anche la recente riflessione cattolica, che pure si muove entro un diverso orizzonte ecclesiologico, preferisce fare riferimento a battezzati e battezzate, qualificati solo in un secondo momento in base a una differenza ministeriale. 
Al di là delle specificità confessionali, rimane per tutte le Chiese la questione di come essere luoghi credibili di testimonianza evangelica innescando processi virtuosi di partecipazione nel dare forma alla Chiesa di Gesù. Come far fronte ai meccanismi di delega che affliggono l'Occidente contemporaneo e che si ripercuotono anche nelle nostre Chiese? Poichè anche nelle Chiese della Riforma, a struttura sinodale, per le quali è costitutivo il coinvolgimento della.comunità nel suo insieme, prende corpo la delega a pastore e pastori.
La sfida comune consiste nel contrastare questa tendenza. Vedo tre direttrici...

L'intera riflessione di Lidia Maggi a questo link:

 

Nessun commento:

Posta un commento