La sfida è partire dalla misericordia, non dal peccato

Succede così con la luce del sole. È la sua rifrazione sulla materia a produrre i colori. C’è il rosso, il verde, il giallo, il violaceo e, quando c’è luminosità, «il cielo è sempre più blu» (R. Gaetano). È una diversità sinfonica di bellezza incommensurabile. La realtà non è in bianco e nero.

Certo, «nella notte tutte le vacche sono nere» (F. Hegel). C’è solo tenebra. La notte oscura però può diventare sfondo di uno spettacolo maestoso, se splendono le stelle. Chissà quali profondità nasconde alla nostra vista l’universo in espansione! James Web Telescope ci comunica immagini mozzafiato. C’è dell’inedito nella realtà, da scoprire.

A ben pensarci (teologicamente), Fiducia supplicans, chiede questo: in ogni situazione umana, non si deve obliare la testimonianza di Gesù che ama tutti, con uno sguardo “preferenziale” per i poveri, i derelitti, gli immiseriti e quanti soffrono il disagio esistenziale di “irregolarità” insuperabili, spesso imposte senza colpa dalla vita, così intrisa di stoltezza e ingiustizia. La sfida è “pastorale”, perché la cosiddetta “pastorale” altro non è se non la cura della relazione umana in tutte le sue infinite manifestazioni e condizioni, guardate alla luce del Vangelo, e, dunque, alla luce della misericordia di Dio. Tutti sono inclusi in questa misericordia.


L'intera riflessione di Antonio Staglianò è a questo link:


https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/vangelo-e-societ-408be53c7d0b407ab87ac8f56698f992?fbclid=IwAR1oN1TR8Wv0LW2_4VjjaZFthDPr7u8tt6mSo4MKY6AIAsHiE8t_mHbnG-U








Nessun commento:

Posta un commento