«Che sfortuna! Quest’anno Pasqua è di domenica».

Quello che gli uomini hanno chiamato Dio in tutte le culture e tempi, non è una potenza cosmica ignara di noi ma un uomo che chiede a una donna «perché piangi?» e ne pronuncia il nome con amore, affidandole, per prima (primato su cui noi maschi dovremmo riflettere), l’annuncio di una vita nuova e in-attesa.



Come 14 miliardi di anni dell’universo e 2 mila miliardi di galassie in espansione trovano senso in due amici che ne parlano a tavola, così l’amore infinito che il nostro cuore brama si nasconde nel volto di qualcuno che ci sceglie tra 7 miliardi di persone: ci chiede il motivo del nostro pianto e asciuga le lacrime del nostro dolore pronunciando il nostro nome come fosse sinonimo di «amore, ora e sempre», e così quel nome può resistere e rinascere da ogni tipo di morte. Questa è la Resurrezione che vi e mi auguro: buona Pasqua!



L'intera riflessione di Alessandro D'Avenia a questo link:


https://www.profduepuntozero.it/2022/04/12/ultimo-banco-117-copri-celesti-e-terrestri/


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