Anche durante la guerra il processo sinodale procede e tocca, finalmente, la fase del discernimento e delle sintesi finali, sollevando un problema: ma le sintesi saranno rese pubbliche?
Il dramma della guerra in Ucraina ha talmente assorbito la nostra attenzione da non esserci accorti, forse, che il processo sinodale è giunto a un punto molto importante, se non decisivo: la preparazione delle sintesi diocesane e il loro invio alla CEI, affinché quest’ultima elabori la sintesi nazionale. Dopo la fase dell’ascolto, infatti, stiamo entrando nella fase del discernimento. Rispetto ad essa, era talmente forte la preoccupazione che il tempo dell’ascolto potesse essere vanificato o tradito da sintesi poco adeguate, che già il Vademecum per il Sinodo aveva cercato di scioglierne i possibili nodi.
Degli stessi referenti diocesani e dell’equipe sinodale diocesana si dice chiaramente che potranno continuare nel loro «ruolo» anche in «futuro»; d’altronde, «la fase di attuazione sarà cruciale (…) in modo che il processo sinodale abbia l’intero Popolo di Dio sia come punto di partenza che come punto di arrivo».
Sin da ora, dunque, sappiamo che tutto ciò che al termine di questa fase di discernimento potrà apparire come incompiuto o insoddisfacente – sia in termini di ascolto che di rinnovamento personale e, soprattutto, strutturale – potrà e dovrà essere ripreso negli anni successivi. Ciò non stupisce se pensiamo che per ascoltare veramente «tutti» – e magari imparare da essi – il tempo previsto per la fase diocesana e nazionale dell’ascolto non poteva che essere insufficiente. D’altra parte, per il Vademecum sembra essere importante che il processo sinodale conduca almeno a un «nuovo inizio», a «una nuova primavera in termini di ascolto, discernimento, dialogo e decisioni».
Nei suggerimenti della CEI troviamo scritto che «una Conferenza Episcopale o una Diocesi potrebbero sentirsi chiamati a vivere questa fase restituendo, in qualche modo, la bozza di sintesi al Popolo di Dio per ricevere un ulteriore feedback e altri suggerimenti». Potrebbero sentirsi chiamati suona diverso da dovrebbe, così come la bozza della sintesi è cosa diversa dalla sintesi. Speriamo si tratti solo di sfumature linguistiche senza ulteriori significati e che dal prossimo mese potremo leggere con profitto tutta la ricchezza di queste sintesi. In caso contrario, forse, qualche chiarimento da parte della segreteria del Sinodo sarebbe auspicabile…
L'intero articolo di Sergio Ventura a questo link:
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