Salta la stagione della semina in Ucraina. Impennata dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. Conseguenze per le organizzazioni che supportano i Paesi in via di sviluppo come il Wfp, e per molti Paesi dove i sussidi per il pane fanno parte del contratto sociale (soprattutto in Africa e Medio Oriente). Fame, proteste, rivolte, aumento dei flussi migratori...
È la stagione della semina in Ucraina, uno dei granai del mondo, che insieme alla Russia produce il 30% della fornitura mondiale di grano, il 20% di quella di mais e l'80% dell'olio di semi di girasole. Ma questa primavera è segnata dalla guerra e dalle sue conseguenze che stanno investendo non solo l'Ucraina invasa dall'esercito russo, ma il mondo intero, dipendente dal suo grano per l'approvvigionamento alimentare.
I prezzi dei generi alimentari hanno subito un'impennata già poche settimane dopo l'invasione, quando i combattimenti hanno interrotto le catene di approvvigionamento, gran parte delle infrastrutture necessarie alle esportazioni, compresi i porti e le linee ferroviarie, sono state distrutte o danneggiate e l'Ucraina ha vietato l'esportazione di alcuni cereali per proteggere le proprie forniture, creando un'immediata, generale, carenza di cibo.
L'Opec Basket, che misura i prezzi delle miscele di petrolio prodotte dai membri dell'Opec, è passato da 95 dollari il giorno prima che la Russia invadesse l'Ucraina a 120 dollari il 24 marzo 2022, il prezzo più alto dal 2014. Secondo la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, i prezzi globali dei generi alimentari in meno di due mesi - tra febbraio e marzo - sono aumentati del 12%, cifra che corrisponde al più alto incremento dal 1990, anno in cui la Fao ha iniziato a monitorare l'indice dei prezzi del cibo.
Le conseguenze sono state immediate....
Il documentato articolo di Francesca Mannocchi continua a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202204/220423mannocchi.pdf
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