Il Sabato Santo è il giorno di “frammezzo” tra il dolore per la morte di Gesù e la gioia della sua Resurrezione. Non si celebrano liturgie, la comunità è in silenzio, in attesa, a ricordare lo smarrimento degli apostoli dopo la morte di Cristo. Protagonisti sono il raccoglimento e la meditazione.
Non è sempre stato silenzio…
La riforma liturgica di Pio XII ha in qualche modo “ripristinato” il Sabato Santo come giorno del silenzio e dell’attesa, in cui ogni cristiano, anche oggi, medita sulla morte di Gesù e sulla propria, esercitandosi nell’attesa di quest’ultima, ineluttabile fine della vita terrena. In questo giorno la fede è provata perché il Messia è morto e non si sa cosa accadrà, si può solo vivere in attesa che il vuoto che si prova venga riempito.
Il giorno della discesa agli Inferi
Anche se tutto tace, Cristo agisce. Secondo l’antica tradizione, infatti, in questo giorno, Gesù discende agli Inferi, nelle profondità del Regno della morte per salvare l’uomo e portarlo con sé in cielo, dove ci precede e dove ci attende a braccia aperte. Negli Inferi incontra Adamo, il primo uomo che qui simboleggia l’intera umanità, lo scuote, lo sveglia e gli dà l’annuncio della salvezza da cui nessuno è escluso, ponendo, di fatto, un ponte tra la tomba e il Regno di Dio. Gesù porta l’arma infallibile della Croce, perché “con la morte vince la morte”.
L’Ora della Madre
Da una trentina d’anni il Sabato Santo è anche il giorno in cui, come vuole la tradizione bizantina, si celebra l’Ora della Madre. Ci si concentra cioè sulla figura di Maria in cui in questo giorno si sommano il dolore per la morte del figlio e la speranza per la sua Resurrezione. Maria è indicata come Mater Dolorosa già da Sant’Ignazio di Loyola; l’abbiamo lasciata ai piedi della Croce, abbandonata dal Figlio che è morto e che prima di spirare l’ha affidata a Giovanni, perché Maria, chiamata alla missione di Madre, non può rimanere senza figli. Ma il dolore e la fede di Maria qui sono il dolore e la fede da cui nasce l’intera Chiesa che sta lì, con lei, ai piedi della Croce, a farsi illuminare dalla speranza.
(Roberta Barbi - AgenSir)
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