Guerra e pandemia: come arrivano le news sugli schermi dei teenager

Da qualche tempo si parla della crisi ucraina come della “prima guerra su TikTok”. E ha senso, specie se si pensa che persino Zelensky qualche settimana fa aveva chiesto ai tiktoker russi, insieme ad attori, medici e altri professionisti, di provare a dare il loro contributo per fermare la guerra. O se diamo un’occhiata al tipo di contenuti che circolano online da settimane, in giro per la Rete e in particolare sul social di proprietà cinese. Per dire: si va da video para-propagandistici (tipo: soldati che ballano), a clip che racchiudono in pochi istanti tutta l’inspiegabile, scioccante e surreale materia di cui è fatto questo 2022 — come un bombardamento notturno a Kyiv da decine di milioni di views sulle note di “Little dark age” dei MGMT. Vista da qui, la guerra sembra forse più un content che una notizia.



Partiamo da una notizia relativamente fresca. Un paio di settimane fa trenta top tiktoker sarebbero stati contattati dall’amministrazione Biden e dal National Security Council per prendere parte a una call su Zoom sulla situazione ucraina, sul ruolo della Nato e sulla minaccia nucleare.
Obiettivo della Casa Bianca: sensibilizzare gli influencer sui loro futuri contenuti a tema crisi (come già fatto, d’altro canto, anche sulla campagna vaccinale). Risultato percepito: più o meno quello messo in scena qualche giorno dopo al Saturday Night Live:
Per quanto assurdo, il fatto che un meeting del genere possa esser stato anche solo immaginato segnala in modo inequivocabile come alle più elevate altitudini geopolitiche si sia coscienti del fatto che, per controllare un certo tipo di narrazione, sia quasi più necessario passare da profili come quello di Kahlil Greene o Aaron Parnas, che dai media tradizionali.
Greene stesso — ventenne da più di mezzo milione di follower con la passione per storia e politica — ....

L'articolo, ricco di esempi di video e immagini, a questo link:


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