Alla pandemia è succeduta la guerra in Ucraina, ma non possiamo dimenticare tante altre e incisive paure che ci portiamo dietro: quella di crescere, di essere autonomi, di intraprendere relazioni stabili e durature, di non trovare o cambiare lavoro. La riflessione di Rocco D’Ambrosio
Incertezza e paure non sono mai mancate, nella vita dei singoli, dei gruppi, dei popoli. Alla pandemia è succeduta la guerra in Ucraina, ma non possiamo dimenticare tante altre e incisive paure che ci portiamo dietro: quella di crescere, di essere autonomi, di intraprendere relazioni stabili e durature, di non trovare o cambiare lavoro; ci sono le paure delle malattie, dei rischi per strada, del terrorismo, di incappare in ladri, briganti, maniaci sessuali, pedofili, violentatori. E così via.
Su di tutte emerge, madre e sovrana, la paura della morte. Forse oggi le avvertiamo di più perché siamo “di vetro” (V. Andreoli), cioè siamo molto più fragili rispetto alle generazioni passate. Tuttavia si comprende bene come il problema è, innanzitutto, antropologico, prima che sociale e politico. Ovviamente non esistono ricette, vista l’ampiezza del problema e i suoi mille volti. Certamente esistono percorsi educativi e psicologici che aiutano a fronteggiare e superare le tante paure. Come esiste, nel nostro caso, un’analisi che si può compiere sugli aspetti istituzionali della paura.
Il punto è capire, allora, come le istituzioni sociali e politiche generano e amplificano incertezze e paure o come le riducono e le controllano: pandemia e guerra sono un ottimo test per farlo. ...
La riflessione continua a questo link:
https://formiche.net/2022/04/pandemia-guerra-paura-tv/
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