Cosa c’è dietro il no di Francesco all’incontro con Kirill

 L’annuncio di Francesco non è una rinuncia, ma l’annuncio che il lavoro prosegue in attesa del tempo giusto: anzi, per costruirlo quel tempo


È un’intervista importantissima quella rilasciata da papa Francesco al quotidiano argentino La Nación. Se a prima a vista si può ritenere che la notizia stia nel fatto che il papa dice che almeno per ora non andrà a Kiev, la vera novità sembra un’altra. L’incontro tanto atteso tra lui e il patriarca della Chiesa ortodossa russa non si farà. Il papa dice che era previsto per giugno a Gerusalemme, ma la diplomazia vaticana gli ha fatto presente che in questo momento l’incontro avrebbe potuto creare confusione. E in effetti su cosa avrebbero potuto convenire il papa e il patriarca?
L’assunzione di responsabilità per il mancato incontro con il patriarca Kirill appare un gesto d’apertura, una mano tesa. 
Evidentemente occorre ancora quello che il grande cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato Vaticano dei tempi più più difficili del Novecento, ha chiamato “il martirio della pazienza”. L’annuncio di Francesco non è dunque una rinuncia, ma l’annuncio che il lavoro prosegue in attesa del tempo giusto: anzi, per costruirlo quel tempo.


L'intero articolo di Riccardo Cristiano a questo link:



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