Appello di 250 presbiteri della Chiesa Ortodossa russa alla riconciliazione e alla fine della guerra

Noi, presbiteri e diaconi della Chiesa ortodossa russa, ciascuno a proprio nome, ci rivolgiamo a tutti coloro da cui dipende la cessazione della guerra fratricida in Ucraina, con un appello alla riconciliazione e a un cessate il fuoco immediato.

Inviamo questo appello dopo la Domenica del Giudizio universale e alla vigilia della Domenica del Perdono.


Noi, presbiteri e diaconi della Chiesa ortodossa russa, ciascuno a proprio nome, ci rivolgiamo a tutti coloro da cui dipende la cessazione della guerra fratricida in Ucraina, con un appello alla riconciliazione e a un cessate il fuoco immediato.

Inviamo questo appello dopo la Domenica del Giudizio universale e alla vigilia della Domenica del Perdono.

Il Giudizio universale attende ogni persona. Nessuna autorità terrena, nessun medico, nessuna guardia proteggerà da questo giudizio. Preoccupati per la salvezza di ogni persona che si considera figlia della Chiesa ortodossa russa, non vogliamo che compaia in questo giudizio portando il pesante fardello delle maledizioni della madre. Vi ricordiamo che il Sangue di Cristo, sparso dal Salvatore per la vita del mondo, sarà ricevuto nel sacramento della Comunione da coloro che impartiscono ordini omicidi non per la vita, ma per la condanna eterna.

Piangiamo per il calvario a cui i nostri fratelli e le nostre sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti.

Vi ricordiamo che la vita di ogni persona è un dono di Dio inestimabile e unico, e pertanto auguriamo il ritorno di tutti i soldati - sia russi che ucraini - alle loro case e alle loro famiglie sani e salvi.

Ci rattrista pensare all'abisso che i nostri figli e nipoti in Russia e Ucraina dovranno colmare per ricominciare a essere amici, rispettarsi e amarsi.

Rispettiamo la libertà dell'uomo data da Dio e crediamo che il popolo ucraino dovrebbe fare la sua scelta da solo, non sotto la minaccia delle armi e senza pressioni da parte dell'Occidente o dell'Oriente.

In attesa della Domenica del Perdono, vi ricordiamo che le porte del paradiso sono aperte a chiunque, anche gravemente peccatore, se chiede perdono a coloro che ha umiliato, insultato, disprezzato, o a coloro che sono stati uccisi dalle sue mani o per suo ordine. Non c'è altra via che il perdono e la riconciliazione reciproca.

“La voce del sangue di tuo fratello grida a me dà la terra; e ora sei maledetto dalla terra, che ha aperto la bocca per ricevere dalla tua mano il sangue di tuo fratello», disse Dio a Caino che era geloso di suo fratello minore. Guai a ogni persona che si accorge che queste parole sono rivolte a lei personalmente.

Nessun appello non violento per la pace e la fine della guerra dovrebbe essere respinto con la forza e considerato come una violazione della legge, perché questo è il comandamento divino: "Beati gli operatori di pace".

Invitiamo tutte le parti in guerra al dialogo, perché non c'è alternativa alla violenza. Solo la capacità di ascoltare l'altro può dare la speranza di una via d'uscita dall'abisso in cui i nostri paesi sono stati gettati in pochi giorni.

Entriamo tutti nella Quaresima in uno spirito di fede, speranza e amore.

Fermate la guerra!



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