Ucraina - don Mimmo Battaglia (vescovo di Napoli) invita a pregare così: “Signore, perdonaci per la guerra. Ferma la mano di Caino ....”



Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! 
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! 
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! 
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. 
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. 
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! 
Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! 
Fermaci, Signore, fermaci! 
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. 
O Signore, poni un freno alla violenza! 
Fermaci, Signore!


Don Mimmo torna così sul tema della guerra che aveva posto al centro anche della sua lettera pastorale all'inizio della Quaresima che iniziava così: 
"Chiesa di Cristo che sei sorella, sposa e madre, girati! Giriamoci insieme verso il dolore che segna le sorti della terra tutta, un dolore che ferisce in profondità, un dolore che (non avrei mai voluto dirlo) si chiama “guerra”.
E io vi dico “pace!”, perché se la guerra e il dolore che da essa proviene non devono lasciarvi indifferenti, vi chiedo, ci chiedo di essere capaci di portare lo sguardo oltre, oltre la disperazione, oltre la croce. Vi chiedo, prima da fratello e poi come vescovo, di godere della pienezza dell’annuncio pasquale già sul principio di questo cammino quaresimale. Abbiamo bisogno, ora come non mai, della folle speranza del sepolcro che non cede alla morte, della pietra già rotolata, delle lacrime incredule di Maria di Magdala all’alba della risurrezione. (...)
Non permettiamo a nessuno, cari fratelli, amate sorelle, di rubarci la gioia della risurrezione, la speranza dell’attesa. Speriamo oltre la speranza, speriamo anche per i nostri fratelli ucraini! Non cediamo alla disperazione a fronte del Vangelo.
Ve lo prometto, non per mia forza, ma in forza della promessa che Lui ci ha consegnato: le porte degli inferi non prevarranno! La guerra, che è il vero inferno, non prevarrà sulla pace, non riuscirà a strappare quanto di bello e buono il Signore ci ha dato di costruire. Dopo la croce vi prometto la risurrezione, non per mia forza, ma in forza della consolazione delle donne tornate dal sepolcro, in forza dello stupore di due discepoli sulla via di Emmaus, in forza del tuffo in mare di Pietro sul lago di Galilea".

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