"Nel segreto": è fare spazio all'essenza della vita
La liturgia delle Ceneri significa invocare la forza dello Spirito di Dio perché nasca la vita dove sembra regnare unicamente la morte. La Liturgia della Parola di questo giorno è caratterizzata innanzitutto dal brano del Vangelo di Matteo tratto dal discorso del Monte, dove Gesù parla ai suoi discepoli di elemosina, digiuno e preghiera.
L’intero brano evangelico riguarda il tema della giustizia, cioè del compimento della volontà di Dio nella nostra vita. Poco prima Gesù ha invitato i suoi discepoli a vivere secondo una “giustizia più grande”, rappresentata dalle beatitudini. Un modo di compiere la volontà di Dio che dipende non da una ricompensa da ottenere, ma da un rapporto da vivere con Lui nella gratuità.
Nel brano di oggi si dice che questa giustizia più grande va pratica praticata “non davanti agli uomini”, per essere ammirati, ma davanti a Dio, “nel segreto”.
Le tre azioni proposte possono essere inquinate e avvelenate dalla possibilità di compiti e davanti agli uomini, finendo per essere fatte nella menzogna. Usando l’espressione “nel segreto”, Gesù non fa riferimento unicamente ad una umiltà che può diventare anch’essa ipocrita. Egli ci invita a guardare a ciò che viviamo “nel segreto” come alla verità di noi stessi e della nostra vita. Questo è quello che corrisponde a ciò che è autentico, ciò che è vero.
Le tre pratiche proposte rimandano alle dimensioni fondamentali della vita umana: il rapporto con gli altri, con Dio e con sé stessi. Si tratta di gesti che ci invitano a “fare spazio”.
Anzitutto a fare spazio all’altro attraverso l’elemosina. Rinunciare a qualcosa di mio per il prossimo significa riconoscerlo presente nella mia vita. Con la preghiera il credente fa spazio a Dio nella sua esistenza per riconoscerlo presente nella sua vita e per giudicare sè stesso e la sua esistenza davanti a Lui e alla Parola. Infine, il digiuno ci invita a riconoscere noi stessi e la nostra fame più autentica, che quella del senso della vita.
In fondo il Vangelo afferma che tutta la vita umana, in tutte le sue dimensioni, va vissuta “nel segreto” cioè nella verità, facendo spazio all’altro, a Dio e al desiderio più profondo che abita il nostro cuore. Il cammino della Quaresima è un percorso da fare “nel segreto” della verità del nostro essere personale e di quello della Comunità con la quale siamo chiamati a camminare assieme, imparando a non delegare ma a sostenerci a vicenda.
Fare spazio all'altro significa accoglierlo nelle sue fragilità, nelle sue domande, farne nostre e camminare insieme lui per quel tratto nel quale gli serve sostegno, costruire e raggiungere un obiettivo comune. L'alternativa è l'abbandonarlo a se stesso fino ad andargli contro per essere "forti" agli occhi del mondo fino, anche se non fisicamente, ad eliminarlo. Anche questa è "guerra" come quella che in questi giorni accade in Ucraina dove gli uomini fanno cenere della loro umanità, la solidarietà si intreccia all’invio di armi, che non fanno altro che aumentare la sofferenza di tutti.
(rielaborazione libera da un testo di Matteo Ferrari)
Nessun commento:
Posta un commento