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La Quaresima, un itinerario al contrario: dalle ceneri al fuoco, anche nella storia di questi giorni

In questi giorni nei quali in Ucraina gli uomini fanno “cenere” della loro umanità, la solidarietà si intreccia all’invio di armi, che non fanno altro che aumentare la sofferenza di tutti e in particolare dei civili, iniziamo il cammino della Quaresima nella quale siamo chiamati a chiedere al Signore: Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?” ed egli ci risponderà: Farò la Pasqua da te”, nella realtà dove tu sei, dopo che avrò allargato le braccia sulla croce per accogliere ed abbracciare tutti.



  1. È la promessa che il Signore Gesù fa ad ogni cristiano e ad ogni uomo che si mette in un cammino che è promessa di vita. È un itinerario è paradossale: parte dalle ceneri per giungere al fuoco nuovo della Pasqua e della Pentecoste mentre nella nostra esperienza è il contrario: dopo il fuoco rimane la cenere ed è quello che sperimenteremo anche in Ucraina con i volti di tutte le vittime, di ogni parte: volti, non numeri.

    Si parte dalle ceneri, simbolo austero della fragilità e dalla pochezza dell’uomo come della Chiesa ed anche della nostra Comunità, che si manifesta quando si autocentra sulle proprie forze, chiudendosi così a Dio e ai suoi doni. Siamo piccolezze, fragilità. Realtà effimere, vaporose. Con la recezione delle ceneri si riconosce proprio questo. La cenere rimanda alle sconfitte dell’uomo, alle realtà non positive del suo vissuto anche all’interno delle Comunità e della Chiesa. Dal “voler fare da soli”, che ci lascia con un pugno di fredde ceneri in mano, il cammino che iniziamo oggi è il volersi aprire all’Altro e all’altro/a. Per questo, quando ci saranno poste sul capo, verrà detto “Convertitevi e credete all’Evangelo”, al plurale perché è un rito prima di tutto comunitario, non solo personale ed è un versetto dell’Evangelo di Marco che non ci è concesso di modificare.

    Nella Quaresima la Chiesa si mostra nella sua natura di “Chiesa pasquale”, popolo che cammina-insieme, cioè sinodalmente, per imparare sempre di nuovo a essere discepoli del Signore tutti i giorni, anche oggi. La Quaresima è custode soprattutto di due volti della vita ecclesiale: la conversione e l’ascolto. 

    La Quaresima insegna ad ascoltare il Signore che parla oggi, impegnandoci così anche ad ascoltarci tra di noi, a comprenderci imparando a farci carico dell’altro. È questo che contraddistingue il volto di una umanità come di una Chiesa sinodale, mettendo al centro delle nostre relazioni il discernimento di ciò che il Signore ci chiede oggi, quindi anche alla nostra Comunità. 

    Siamo stati chiamati ad offrire il frutto del nostro digiuno di oggi nella raccolta che faremo durante questa liturgia e verrà consegnato alla Caritas Diocesana per progetti di solidarietà per i profughi che stanno giungendo anche da noi dall’Ucraina.

    Infine, in sintonia con il momento di preghiera al quale ci ha inviato il Papa e che faremo al termine della liturgia delle Ceneri, porremo il semplice gesto di accendere una fiaccola per chiedere che la luce della pace prevalga sulle tenebre della guerra e, a tutti, sarà dato un lumino da portare a casa e mettere sul davanzale di una finestra.

     

    (BiGio)

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