A Polina vogliamo dedicare l’8 marzo 2022. A lei, alle donne ucraine, alle mamme russe: assenti ai tavoli dove si decide la guerra, presenti dovunque la si subisce, già con il cuore rivolto al ritorno a casa, all’abbraccio da ritrovare, alla ricostruzione da avviare nelle città e nei cuori. Con l’augurio che il giorno della donna sia, dopo tanta distruzione, un giorno di pace. Sotto gli auspici della Regina della pace: non a caso, una donna.
Attorno ai tavoli di guerra russi e ucraini non ci sono donne. Sono tutti uomini i delegati che in questi giorni tentano di negoziare una difficile tregua tra Russia e Ucraina, l’aggressore e l’aggredito. Sono presenti solo uomini anche nei consigli di guerra che si svolgono a Mosca: generali con le mostrine, dirigenti dei servizi segreti in completo scuro, consiglieri di strategia politica. Una sola donna si è vista, in uno di quei consessi ad altissimo tasso di testosterone. Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale russa, sedeva accanto ai ministri e ai consiglieri economici di Putin. Si discuteva degli effetti delle sanzioni, e delle conseguenze della guerra sui conti pubblici. Lei sola, hanno riferito le cronache, aveva un’aria contrariata tra decine di teste maschili annuenti, evitava di guardare lo zar che arringava i suoi.
A parte Nabiullina, dunque, non ci sono donne laddove si decide di guerra, di bombardamenti, di confini, di misure d’emergenza. Eppure in questo conflitto anacronistico nei tempi e antico nei modi abbiamo incontrato straordinari volti e storie di donne, nell’uno e nell’altro fronte, che combattono l’oltraggio definitivo della guerra a mani nude, solo con la forza dell’amore e della vita. ...
L'intera riflessione di Antonella Mariani a questo link:
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