Pace, la terza via necessaria. A colloquio con Giorgio Beretta

La guerra in Ucraina, il business delle armi, i pericoli della disinformazione nelle parole di Giorgio Beretta, analista dell’ Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) e di Rete italiana pace disarmo (Ripd): “I segnali ci sono sempre stati, bastava vederli”.


«Innanzitutto né gli Stati Uniti né la Russia hanno mai abbandonato la dottrina delle “zone di influenza” secondo la quale ciascuno considera sotto il proprio controllo una porzione di mondo, in particolare dell’Europa, secondo la spartizione degli accordi di Yalta. I segnali si sono intensificati soprattutto dopo la caduta del Muro di Berlino con l’avvento di diversi conflitti regionali già all’interno dell’Europa (ex Jugoslavia, Bosnia, Kossovo…) e poi in diverse parti del mondo tra cui Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Yemen, ecc. Paesi che sono stati utilizzati come “teatri di guerra” per combattimenti per procura, utilizzando di volta in volta forze militari di governi alleati o amici o milizie locali sostenute con denaro e armi».

Cosa manca all’Europa per scongiurare nuove aggressioni?

Ciò di cui l’Europa necessita non sono nuovi armamenti, ma di capacità diplomatiche e soprattutto di un nuovo modello di difesa, indipendente dalla Nato – che andrebbe al più presto convertita in una forza di polizia internazionale a disposizione delle Nazioni Unite –, commisurato sulle effettive esigenze di difesa e di sicurezza dei Paesi europei: un modello di difesa che includa a pieno titolo la difesa civile non armata e nonviolenta, corpi civili di pace, di diplomazia popolare internazionale …


L'intera intervista a cura di Michele D'Amico a questo link:

https://www.sapereambiente.it/guerra-in-ucraina/pace-la-terza-via-necessaria-a-colloquio-con-giorgio-beretta/


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