Nelle tre prove di Gesù sono sintetizzate le prove di ogni uomo e donna che vive sulla terra; in esse viene descritta la radice di ogni prova. Ripercorriamo le tre tentazioni per cercare di cogliere il volto della prova.
La prima tentazione è legata al pane. La prima tentazione tocca cioè l’uomo nel suo rapporto con il cibo, con le cose, con i beni: la tentazione consiste nel mettere al primo posto questi beni quasi fossero gli unici. È una grande tentazione per l’uomo quella di ritenersi limitato a questa unica dimensione, quasi che tutto il resto possa venire di conseguenza.
La seconda tentazione è legata al potere. Tocca l’uomo nel suo rapporto con gli altri. La proposta del tentatore è quella di un rapporto con gli altri basato sulla sopraffazione e, questo tipo di rapporto, è strettamente legato all’idolatria. Infondo, questo significa essere adoratori di sé stessi. L’idolo infatti non è altro che la proiezione di noi stessi: non noi ad immagine di Dio, ma Dio a nostra immagine.
La terza tentazione è legata al rapporto con Dio. Il tentatore non propone a Gesù di negare il suo rapporto con il padre, anzi sembrerebbe suggerirgli un comportamento in grado di rafforzare tale rapporto. In realtà, il suggerimento va nella direzione di un rapporto con Dio “pervertito”, che trasforma il Padre stesso in un idolo. Il tentatore chiede infatti a Gesù di compiere un gesto che obblighi Dio a venire allo scoperto. È la tentazione di mettere Dio alla prova (nella risposta di Gesù si usa proprio lo stesso verbo, peirazo). Egli dovrebbe chiedere a Dio garanzie della sua esistenza e della sua vicinanza. Qui Gesù afferma che il suo rapporto con il Padre non è basato su automatismi di tipo magico o su logiche “commerciali”, ma proprio su quella del rapporto padre-figlio: il Figlio non ha nessun bisogno di dimostrazioni dell’amore del Padre!
Per trovare una chiave di lettura di questi tre tentazioni, che sintetizzano ogni prova, dobbiamo lasciarci guidare da Luca stesso. In LC 4,13, al termine di questo episodio, l’evangelista afferma: “e, quando il diavolo ebbi finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino al tempo fissato”. Quando sarà questo “tempo fissato”? quando Gesù sarà sulla croce dove per tre volte sarà invitato a salvare sé stesso. Gesù questa volta non risponderà attraverso delle parole o attraverso citazioni delle scritture, ma nel silenzio di chi vive fino in fondo ciò che ha proclamato con cesti e parole per tutta la vita.
I suoi 40 giorni nel deserto sono l’immagine della nostra vita, le sue tentazioni sono il volto delle nostre. Con lui possiamo superarle.
(da: Matteo Ferrari)
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