Dal disgelo con l’Armenia al default. Il racconto da Istanbul di padre Monge

 Conversazione con padre Claudio Monge, che vive a Istanbul dove è Superiore della comunità domenicana, oltre ad essere consultore del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Un dialogo che aiuta a entrare nelle pieghe di una situazione che dovrebbe preoccupare più di quanto non appaia, dal momento che la Turchia è uno dei gangli decisivi per tutto il blocco eurasiatico.


Potrà sembrare strano, ma quello natalizio per la Turchia è un tempo importante in questo 2021, visto il bisogno che ha il Paese di sperare, adesso. Dai tempi del fallito golpe si parla di Turchia per dare ragguagli sulla virata autocratica, sulle interminabili e inquinanti purghe erdoganiane. Ma oggi purtroppo non c’è solo questo sul piatto turco. Non sempre lo si legge, ma è evidente che la Turchia è ormai un Paese a forte rischio default. La pandemia ovviamente ha avuto il suo ruolo, ma i problemi recenti si sono aggravati davanti alla cura economica voluta da Erdogan, che nonostante la svalutazione galoppante della lira turca impone una riduzione dei tassi di interesse anche al costo di rimuovere quattro direttori della Banca centrale in due anni e che sta portando il Paese su un crinale a dir poco spaventoso che neanche gli ultimi interventi sono riusciti a mutare. 


Il racconto di p. Monge nell'intervista di Riccardo Cristiano su Formiche,
a questo link:

https://formiche.net/2021/12/turchia-erdogan-santa-sofia-default-monge/

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