Povertà, virus e profughi. Nessuno si salva da solo e non ne stiamo uscendo migliori ...

Chiudiamo gli scambi? Sospendiamo i commerci? O ci salviamo insieme? La lezione pandemica ha cominciato a svegliarci dal sonno individualista quando abbiamo capito che il vaccino non avrebbe salvato il singolo vaccinato, ma la collettività vaccinata. Fermi all’idea che la collettività si formi nei confini di ogni singolo Stato-nazione, quasi che il virus debba esibire i documenti d’identità per varcare i confini, siamo caduti in una sorta di sovranismo vaccinale. “Che ci frega degli altri? Pensiamo a noi, se non basta pensare a me solo!”. Più o meno è andata così. E non siamo usciti migliori. Ma siccome c’è sempre tempo per recuperare, la variante Omicron è venuta a spiegarci che davvero “nessuno si salva da solo”.


Un saggio di La Civiltà Cattolica firmato da padre Federico Lombardi 

Ponendosi davanti a noi la lezione evidente che “nessuno si salva da solo”, emerge evidente la domanda di come si salvino i poveri. Sono tempi nei quali per i poveri le strade si fanno più impervie, le scarpe più strette, il freddo più pungente, la pioggia battente. Possiamo salvarci senza di loro? No. Dalla pandemia, ma non solo da questa. Anche la nostra civiltà, se li esclude, va a picco. Non potremo diventare una società di buoni samaritani, ma capire che lasciare un moribondo per strada senza soccorso mi rende incivile, non migliore, anche se a morire sarà lui. Perché poi arriva un imprevisto e la stessa circostanza potrà riguardare anche me. Ecco allora che la lezione pandemica la potremmo capire così: non esistono egoismo e altruismo, ma un modo avveduto e uno sprovveduto di essere egoisti. Perché il mio ego non può cominciare e finire con me ed in me. Salvarsi oggi dunque richiede guardare al di là del proprio naso.

L'intero articolo di Riccardo Cristiano per formiche.net del 29 dicembre a questo link:

https://formiche.net/2021/12/lombardi-gesuiti-virus-pandemia-profughi/

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