In questo Natale che si avvicina, le parole del profeta Isaia che si leggono come prima lettura nella Messa di notte risuonano con un accento nuovo: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che camminavano in terra tenebrosa, una luce rifulse”. E poi: “hai aumentato la gioia, hai moltiplicato la letizia…”. Sì, mai come oggi possiamo dire che c’è un’umanità intera che cammina nelle tenebre...
Questa è un’ulteriore sfida per le comunità cristiane. È finito, io credo (e spero), il tempo del catechismo fatto solo per la prima comunione, della parrocchia intesa come cosa del clero, della chiesa vista come agenzia del sacro alla quale ricorrere per battesimi, matrimoni e funerali. La chiesa è chiamata ad essere comunità di persone che vivono insieme la fede e la testimoniano agli altri nella vita di ogni giorno. Persone che qui, nella celebrazione della eucarestia – anche se in questi tempi tristi vissuta in modo limitato – trovano la forza e il centro della loro vita, e che poi nel lavoro, nella scuola, nella vita quotidiana testimoniano che siamo davvero tutti fratelli.
Allora il Natale diviene anche quest’anno, nonostante tutto, un messaggio di gioia e le parole di Isaia, il canto degli angeli del vangelo, non perdono la loro forza. Una gioia fatta di piccole cose.
L'intera riflessione di Luca Mazzinghi a questo link:
https://www.alzogliocchiversoilcielo.com/2021/12/luca-mazzinghi-per-un-natale-di-speranza.html
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