Aprirsi alle ferite dell’umanità e della storia, per cogliere la presenza del Dio incarnato: così il teologo ceco Tomáš Halík modella un cardine della fede cristiana per il XXI secolo.
La ferita come luogo teologico della rivelazione di Dio e come essenza dell’umanità: è questo il nucleo incandescente, umanissimo ed evangelico, di Tocca le ferite. Per una spiritualità della non-indifferenza, del teologo e filosofo ceco Tomáš Halík, edito da Vita e Pensiero. Il testo è in realtà stato scritto nel 2008, ma ora è reso disponibile a un pubblico italiano dalla casa editrice dell’Università Cattolica, che continua così, con grande merito, la diffusione del pensiero di uno dei più brillanti intelletti cristiani del nostro tempo.
L’icona evangelica che guida la riflessione ˗ potente e profonda, come sempre in Halík – è quella dell’incontro tra Tommaso e il Risorto, laddove, secondo l’evangelista Giovanni, il Cristo si presenta al discepolo dubitante mostrando le ferite che per sempre recherà con sé e facendo così, di ogni ferita della storia, il luogo in cui è concesso di toccare Dio: in tal modo, secondo il modello dell’Incarnazione, «tutte le ferite dolorose, tutte le miserie del mondo e dell’umanità sono ferite di Cristo» (p. 18), in quanto «il mio Dio è un Dio ferito» (p. 15).
Alla base di questa intuizione teologica soggiace un episodio biografico, .....
La recensione di Sergio Di Benedetto per Vino Nuovo continua a questo link:
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