La creatività e la fedeltà allo Spirito Santo cosa ci può suggerire per costruire una forma di gestione del potere ecclesiale adeguata al modo con cui oggi i vangeli possono essere accolti?
Nei punti 3, 6 e 8, delle dieci tracce contenutistiche su cui il sinodo dovrebbe muoversi, si chiede proprio di parlare di questo. La chiesa è guidata dallo Spirito Santo, certo (Chiesa popolo di Dio), ma essendo il Cristo oggi incarnato nell’umanità (Chiesa corpo di Cristo) una forma umana della gestione del potere, la Chiesa la deve avere! Perciò, per aiutare una riflessione seria, è bene chiedersi: storicamente, come ha vissuto, la Chiesa, le forme concrete di gestione del potere interno?
Camminare rimanda alla condizione di persone che si muovono a partire da una loro intenzione condivisa, in forma non obbligata, a velocità non uniforme, ma che cercano di mantenere possibili le relazioni tra loro; persone che si possono anche “urtare” un po’ mentre camminano, ma che condividono la fatica, le speranza, le gioie, le decisioni, le soste, gli incontri, il sostegno, gli obiettivi. Marciare invece, rimanda alla compattezza del plotone militare che viaggia all’unisono, spesso motivato da un obbligo gerarchico, in cui non ci sono “urti”, ma nemmeno relazioni significative, dove ognuno si limita a svolgere il proprio ruolo conferito e dove, di solito, chi da gli ordini decide tutto per gli altri ed è “a parte” rispetto a chi marcia....
L'intero articolo di Gilberto Borghi su "Vino Nuovo" e molti altri riferimenti a questo link:
https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/sinodo-quale-gestione-del-potere-nella-chiesa/
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