In questo articolo il Cardinal Ravasi ripercorre i giorni successivi alla nascita del figlio di Maria, durante i quali fu protagonista dei riti prescritti dalla tradizione ebraica: l’imposizione del nome, la circoncisione e l’offerta di animali nel Tempio di Gerusalemme.
Nel testo greco dell’evangelista Luca sono in tutto 14 parole, compresi gli articoli e gli avverbi: «Quando furono compiuti gli otto giorni per circonciderlo, fu chiamato col suo nome Gesù» (2,21). Matteo è ancora più sbrigativo: dopo la nascita del piccolo, Giuseppe, padre legale, «chiamò il suo nome Gesù» (1,25). È questo il primo atto civico pubblico del figlio di Maria, donna ebrea, e quindi lui pure ebreo: la circoncisione e l’imposizione del nome. Abbiamo, così, pensato nel nostro Natale di presentare questo bambino ebreo piuttosto speciale nella storia dell’intera umanità, a cui era stato imposto un nome non raro, che si basava sulla radice ebraica jasha‘, «salvare», la quale genera anche i nomi Giosuè, Osea e persino Isaia....
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da Il Sole 24 Ore – 19 dicembre 2021
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