Generare e prendersi cura: gli umani con gli animali e come animali

Alcune parole pronunciate da papa Francesco mercoledì scorso, alla Udienza, nel corso del suo sesto discorso su S. Giuseppe, a riguardo di "culle vs cucce" hanno suscitato reazioni appassionate.

Il Papa ha detto: Oggi, anche, con l’orfanezza, c’è un certo egoismo. L’altro giorno, parlavo sull’inverno demografico che c’è oggi: la gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti … Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità. E così la civiltà diviene più vecchia e senza umanità, perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità. E soffre la Patria, che non ha figli e – come diceva uno un po’ umoristicamente – “e adesso chi pagherà le tasse per la mia pensione, che non ci sono figli? Chi si farà carico di me?”: rideva, ma è la verità. Io chiedo a San Giuseppe la grazia di svegliare le coscienze e pensare a questo: ad avere figli.

Il contesto del discorso, tuttavia, è introdotto da una distinzione, che può essere utile considerare con attenzione: la paternità non consiste nel “generare”, ma nell’assumere la responsabilità di una vita.

La frase “forte”, che mette in relazione contraddittoria “culle” e “cucce”, si comprende del tutto solo alla luce di un orizzonte più ampio, che non è soltanto “morale”, ma direi allo stesso tempo “generazionale” e “sociale”. 


L'interessante riflessione di Andrea Grillo in "Munera" continua a questo link:

http://www.cittadellaeditrice.com/munera/generare-e-prendersi-cura-gli-umani-con-gli-animali-e-come-animali/

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