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La Cina nell'anno della Tigre

 Xi Jinping a Davos esalta la crescita cinese e invita ad abbandonare “la mentalità da Guerra fredda”. Intanto la Cina si prepara a festeggiare il capodanno, tra lockdown e culle vuote.


Mentre l’economia cinese in frenata preoccupa i mercati, nel suo intervento in apertura del Forum di Davos – quest’anno interamente online – il presidente Xi Jinping annuncia che la Cina invierà un miliardo di dosi di vaccini anti-covid in Africa

Gli effetti collaterali della pandemia sono tra le molte ombre che incombono sugli scenari futuri per l'economia cinese e sulle sue capacità di continuare nel suo ruolo di pilastro della crescita globale. I lockdown frenano molte attività produttive e commerciali, compromettendo le catene di approvvigionamento. A ciò si aggiungono le difficoltà già causate dalla carenza di energia elettrica, cui il governo fa fronte favorendo le grandi imprese di Stato rispetto alle piccole e medie imprese. All'estero, alcuni settori a valle che non hanno provveduto a differenziare i fornitori si ritrovano a fronteggiare la scarsità di prodotti e materiali. Alcuni più lungimiranti hanno accorciato le filiere o addirittura limitato le stesse a partner europei più affidabili. Altri settori a monte hanno beneficiato della riduzione dell'export cinese e sperano di mantenere le maggiori quote di mercato europee guadagnate negli ultimi due anni.

Allo stato attuale però sembra essere un altro il dato che preoccupa Xi Jinping e il Partito comunista cinese: l’anno scorso nel paese si è registrato il tasso di natalità più basso da decenni. Secondo l’Istituto nazionale di statistiche, nel 2021 in Cina le nascite sono crollate a 10,6 milioni, rispetto ai 12 del 2020. Sono 7,52 nuovi nati ogni mille abitanti, il numero più basso dalla fondazione della Repubblica popolare nel 1949. Il fenomeno della ‘culle vuote’ che accomuna la Cina a molte altre potenze industriali, dal Giappone all’Italia, era già stato messo in evidenza dagli esperti del governo, secondo cui ai trend attuali la popolazione cinese potrebbe dimezzarsi nel giro di 45 anni. Un campanello d’allarme che preoccupa sia per le cause che per i potenziali effetti: i cinesi fanno meno figli perché la vita in Cina è diventata più cara e perché le prospettive sul futuro li preoccupano. 


L'intero artico dell'ISPI a questo link:

https://ispo.campaign-view.eu/ua/viewinbrowser?od=3zfa5fd7b18d05b90a8ca9d41981ba8bf3&rd=166050ccd3824d0&sd=166050ccd371976&n=124296dff9fd84&mrd=166050ccd37195e&m=1

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