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Il 2022 e le istituzioni: due sfide per Stato e Chiesa

Nel nuovo anno le istituzioni statali ed ecclesiali saranno chiamate a sfide di grande rilievo. Ciò accadrà, come è naturale, secondo l’intreccio differenziato con cui lo Stato democratico e la Chiesa di Cristo si muovono nella storia, con la sintesi di autorità e di libertà che caratterizza il primo come la seconda. 
Vorrei dire che il “regime del consenso”, con cui gli stati democratici si muovono negli ultimi 200 anni, e la “autorità gerarchica”, che domina invece la esperienza della Chiesa cattolica nello stesso periodo, implicano sfide diverse, ma convergenti nel loro senso complessivo. Proviamo a vedere ....

di Andrea Grillo

(...) Il mondo ecclesiale conosce, in forme diverse, le medesime sfide. La fatica di elaborare un modello di “chiesa sinodale” sembra a volte più preoccupato di evitare le similitudini con le pecche della democrazia che di riflettere seriamente sulle analoghe forme di svuotamento non della libertà senza autorità, ma della autorità senza autorevolezza. Un aspetto rilevante riguarda le relazioni complesse tra “centro” e “periferia”. La rivalutazione del “periferico”, che con il papato di Francesco ha trovato un lessico singolarmente efficace, fatica talvolta a trovare un canone di esercizio coerente. In particolare questo riguarda il modo con cui vengono scelti e nominati i pastori della Chiese particolari. Accanto a molti esempi di nomine coraggiose, profetiche e lungimiranti, permangono talora i segni di un modo di concepire l’episcopato come “coronamento di carriera”, come “approdo di cursus honorum”, come “premio”, o anche come “rimozione” di ufficiali di curia, che vengono “spostati” sulla pastorale “particolare”. Queste scelte sono spesso poco lungimiranti. Soprattutto perché non di rado rimandano alla periferia quello che era stato un problema al centro. Questa è una delle forme peggiori di clericalismo, assicurata dal principio antievengelico e cinico che suona “promoveatur ut amoveatur”. Non è né giusto né dignitoso scaricare su una diocesi i problemi che un soggetto ha creato in un ufficio romano. Chiunque si presti a questi giochetti burocratici si macchia di una forma gravissima di autoreferenzialità clericale ....

L'intera riflessione a questo link:

http://www.cittadellaeditrice.com/munera/il-2022-e-le-istituzioni-due-sfide-per-stato-e-chiesa/

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