Sulla pelle degli Afgani

A cinque mesi dalla caduta di Kabul, l’Afghanistan è sull’orlo del disastro umanitario. Ma nel muro contro muro tra Occidente e Talebani a pagare sono i civili.


Mentre il mondo è distratto da nuovi scenari di crisi e dalle evoluzioni della pandemia di coronavirus, l’Afghanistan è a un passo da quella che le Nazioni Unite hanno descritto senza mezzi termini “una catastrofe umanitaria”. Per questo l’Onu ha lanciato ieri una campagna per la raccolta di cinque miliardi di dollari, una cifra record, la più alta mai richiesta per un singolo paese, per cercare di evitare che l’Afghanistan sprofondi in uno dei disastri umanitari più gravi della storia. Il piano di aiuti predisposto dalle organizzazioni umanitarie “è solo una soluzione di emergenza – ha detto Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari – ma il fatto è che senza non ci sarà futuro” per questo paese. Allo stato attuale, riferisce l’Ocha, metà della popolazione afghana soffre la fame, a causa della peggiore siccità degli ultimi decenni. E l’economia è in caduta libera. Senza sostegno, decine di migliaia di bambini (due su tre riferisce la ong Save the children) rischiano di morire per malnutrizione, poiché i servizi sanitari di base sono al collasso. Intanto, nel paese tornato sotto il controllo dei Talebani a inizio settembre, dopo il ritiro delle forze della coalizione internazionale a guida Usa, sono milioni i bambini che non vanno a scuola e i diritti fondamentali delle donne e delle ragazze sono sotto attacco. Eppure è proprio a loro, alle donne afghane, che si deve l’ultimo coraggioso fronte di resistenza contro l’Emirato Islamico e l’oscurantismo in cui – nell’indifferenza generale – pretende di ripiombare l’Afghanistan.

Nell'attuale situazione è impossibile non vedere le responsabilità che Stati Uniti e Occidente portano nell’attuale situazione afghana perché la comunità internazionale ha creato uno Stato quasi completamente dipendente dai donatori stranieri....


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La crisi umanitaria in numeri
Le donne: l'ultimo fronte di resistenza

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