La Chiesa è tutta ministeriale e dentro questo orizzonte va compreso il senso del ministero ordinato all'interno di un processo di maturazione che deve sollecitare il popolo cristiano a diventare sempre più consapevole della propria dignità in senso evangelico e, quindi, della propria soggettività ecclesiale. Questo non per rivedicazionismo, quanto piuttosto per presa di coscienza della propria identità crismale ed eucaristica.
Il primo è quello di sgombrare il terreno da tutte quelle superfetazioni che hanno accompagnato la realizzazione del ministero ordinato omologandolo di volta in volta con altre forme della vita sociale; ci riferiamo a privilegi, onori, titoli di vario genere… tutte cose inutili e dannose che offuscano la regale bellezza dell’umile servizio reso in ginocchio, ai piedi della comunità, come Gesù nell’ultima cena.
Il secondo processo è relativo al processo di maturazione che deve sollecitare il popolo cristiano a diventare sempre più consapevole della propria dignità in senso evangelico, e quindi della propria soggettualità ecclesiale; ciò non per rivedicazionismo populistico, quanto piuttosto per presa di coscienza della propria identità filiale, crismale-pneumatica, eucaristica-cristica. Mettiamo in conto che ciò dovrà comportare, inevitabilmente, che vada sempre più arretrando la mentalità ‘clericale’ di coloro che, all’interno, e non di sopra o al di fuori della comunità, non si ritengono nè superiori nè inferiori, ma semplicemente accanto e a servizio.
Non siamo per nessuna piramide, né rivolta all’alto nè rivolta al basso, ma siamo per la compagnia (cum pane) della mensa, che trova tutti intorno alla stessa mensa, intavolata dal Signore perché tutti morti di fame, bisognosi di essere sfamati di vita e di vita piena… reciprocamente!
L'intero intervento a questo link:
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/piramide-no-grazie-compagnia-cum-pane-di-cosimo-scordato/
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