Una insensata e inutile provocazione

Non sappiamo se la giornata di preghiera per la pace in Ucraina e nel continente europeo promossa dal Papa nell’Angelus di domenica 23 gennaio riuscirà a fermare la guerra, come accadde quando, all’inizio dl pontificato, papa Francesco con la veglia di preghiera del 7 settembre 2013 riuscì a fermare la guerra con cui gli Stati Uniti e i loro alleati erano pronti a “punire” la Siria. Questa volta la promessa di guerra non è meno grave, perché il coinvolgimento degli Stati Uniti, dell’Europa e della Russia ben potrebbe chiamarsi, e forse essere, una guerra mondiale, in un mondo ormai però ben provvisto di armi nucleari o altre simili ad esse.
Il casus belli del conflitto per l’Ucraina, con gli Stati Uniti che la rimpinzano di armi, l’Inghilterra che ritira i suoi diplomatici da Kiev, e la NATO pronta a mettercisi in mezzo (ma non così la Germania e la Francia) è particolarmente eloquente: cioè non esiste, o meglio non esisterebbe se non fosse costruito a tavolino. La Russia è accusata di voler invadere l’Ucraina, ma nello stesso tempo la sfidano facendo entrare l’Ucraina nella NATO, la quale è portata così fino ai confini della Russia. E a questa che si sente minacciata e ne vuole scongiurare il  pericolo, come fecero a suo tempo gli Stati Uniti dinanzi alla provocazione dei missili a Cuba, si replica che l’Ucraina deve essere libera di allearsi con chi vuole. Senonché la NATO non è solo un’alleanza, è una integrazione di armate sotto un comando unificato e un’unica obbedienza, altrimenti noi non avremmo le bombe atomiche a Ghedi e non avremmo avuto i missili Cruise schierati  in Sicilia col compito di distruggere l’Ungheria. E come spiega Domenico Gallo nel suo articolo in questo sito,  nella NATO non si entra se non è essa stessa a volerlo e non ne venga modificato il trattato istitutivo e così esteso  non lo ratifichino tutti gli Stati membri (compresa l’Italia).  
Perciò mettere l’Ucraina nella NATO è una insensata e inutile provocazione, che appare tanto più temeraria in quanto fatta da Biden, che non ha saputo né prevenire né controllare l’assalto al Campidoglio né gestire decentemente il ritiro dall’Afghanistan, da lui definito “uno straordinario successo”.
                                                                                                                       (Raniero La Valle)

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