Le Antifone Maggiori dell’Avvento (o anche Antifone O, perché cominciano tutte con “O”) sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri, e come versetto del Vangelo, dal 17 al 23 dicembre.
Una curiosità: la prima lettera della parola latina che segue, avvicinata incominciando dall’ultima, dà l’acrostico “Ero cras (= domani verrò)”: il Messia è vicino!
Giorno per giorno pubblicheremo le antifone con un breve commento da Vita Diocesana Pinerolense
Vieni
Questa parola è presente in tutte e sette le antifone, è il grande grido che la Chiesa, il mondo, eleva: Vieni Signore Gesù! «Tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto» (Salmo 22,20).
Vieni Signore Gesù e insegnaci la via della prudenza. «La Prudenza dirige le altre virtù indicando loro regola e misura». (CCC 1806). Questa virtù ci insegna il lavoro di Dio: disporre con soavità e forza, la nostra vita, la nostra famiglia, e portare la Sua Presenza là dove maggiormente è sconosciuto.
18 dicembre
O Adonai, dux domus Israel,
qui Moysi in igne flammae rubi apparisti, et in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.
O Signore, guida della casa d'Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco di fiamma del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge:
vieni a liberarci con braccio potente.
Continuiamo il nostro cammino verso Betlemme! Oggi preghiamo la seconda antifona, e notiamo subito i due argomenti in essa contenuti: l’argomento umano, d’ispirazione militare (Signore, condottiero, potenza), e l’argomento divino, spirituale (Mosè, fiamma, redenzione). La mia vita si snoda tra questi due poli: da una parte me stesso, con tutte le mie esperienze, esigenze, limitazioni, pregi e difetti; dall’altra il divino, i valori universali, la perfezione… in una parola: Dio. Il Natale possiamo definirlo come Dio che entra in quanto creatura nel mondo. È l’incontro di questi due poli spesso contrapposti, è l’Amore di Dio che si fa nostro vicino di casa, e ci dice: “Non temere, non sei solo/a”.
Mosè rappresenta l’alleanza che Dio ha stretto con l’uomo, e ci ricorda la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto. Viene richiamato in quest’antifona per chiedere al Signore la liberazione e la redenzione. Come gli Israeliti anche noi siamo schiavi, non degli Egiziani, ma di noi stessi, delle nostre sovrastrutture, di tutto ciò che in qualche maniera ci blocca e ci deturpa.
Proprio per questo, VIENI Signore a liberarci, vieni a donarci la tua vita, e davanti a Te, bimbo in fasce, riconosceremo e contempleremo tutto l’Amore di Dio per noi. “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui” (1 Gv 4,9.)
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