Secondo la Torah non basta cessare le guerre e abbandonare le armi bisogna prima eliminare il male, altrimenti il discorso è solo conformismo
La coincidenza piena tra giustizia e pace, di cui troviamo un riferimento esplicito nel Salmo, 85; 11 «... bontà e verità si incontrano, giustizia e pace si baciano... », sembrerebbe appartenere solo alla dimensione messianica. La giustizia e la pace non sarebbero una realtà di questo mondo, ma una ricerca e un’aspirazione ininterrotta dell’uomo. Nella saggezza ebraica, la ricerca della pace non si trasforma mai in un’adesione cieca al pacifismo assoluto. Quest’ultimo è una dottrina che eleva la pace — o più precisamente, l’assenza di conflitti — a valore supremo, mettendo in ombra altri importanti principi etici. In una prospettiva più pragmatica la Bibbia ebraica riconosce che «c’è un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace » (Ecclesiaste, 3; 8). Di conseguenza, anziché proibire la guerra la Torah mira a regolamentarla, imponendo limiti ben definiti per contenere l’impeto distruttivo.
Questo avviene perché la tradizione ebraica è impegnata a sviluppare una comprensione di guerra e pace che tenga conto dell’ampia gamma di valori che nobilitano la vita umana e della complessità delle situazioni con cui persone e nazioni sono costretti a confrontarsi. Attraverso questo approccio, si cerca di evitare ...
L'intervento di Rav. Roberto della Rocca continua a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202312/231219dellarocca.pdf
domani "Guerra e pace" nell'Islam (https://parrocchiarisurrezione.blogspot.com/2023/12/guerra-e-pace-nelle-religioni_01756595739.html) e dopodomani nel Cristianesimo)
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