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19 dicembre: verso il Natale attraverso le "Antifone Maggiori": "Ero cras, domani verrò", ovvero: il Messia è vicino!

Vieni

Questa parola è presente in tutte e sette le antifone, è il grande grido che la Chiesa, il mondo, eleva: Vieni Signore Gesù! «Tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto» (Salmo 22,20).

Vieni Signore Gesù e insegnaci la via della prudenza. «La Prudenza dirige le altre virtù indicando loro regola e misura». (CCC 1806). Questa virtù ci insegna il lavoro di Dio: disporre con soavità e forza, la nostra vita, la nostra famiglia, e portare la Sua Presenza là dove maggiormente è sconosciuto.



(Guarda anche quelle dei giorni precedenti)

19 dicembre

 

O Radix Iesse, qui stas in ilgnum populorum,          

super quem continebunt reges os suum, quenz gentes deprecabuntur: 

veni ad liberandum nos, iam noli tardare. 

 

O Germoglio di lesse, che ti innalzi come segno per i popoli, 

tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano: 

vieni a liberarci, non tardare. 

 

Se l’antifona di ieri aveva un’ispirazione militare, quella di oggi si fa notare per la sua indole politica. Tutta l’antifona si rifà a tre versetti del profeta Isaia:      
• “In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli” (Is 11,10).   
• “I re davanti a lui si chiuderanno la bocca” (Is 52,15).            
• “Quando invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li libererà” (Is 19,20).
Gesù è definito la radice di Iesse; costui è il padre del Re Davide, qui citato per dirci che Gesù è uno di noi, fa parte della nostra famiglia; prima ancora di nascere a Betlemme era già dei nostri. La radice dà forza, stabilità ed energia a tutto il vegetale; è la parte nascosta, spesso ignorata, che affonda nella terra, e grazie alla sua collocazione assolve magnificamente il suo compito, trasformando i sali minerali in linfa vitale.                 
C’è un problema: la radice, così nascosta, come può essere un vessillo, visibile a tutti? Gesù è nato nella povertà più totale in una stalla, ha vissuto umilmente guadagnandosi il pane, ha sofferto tremendamente ed è stato ucciso. La sua sofferenza e il suo nascondimento, proprio come la radice, fanno nascere la vita, la gioia, la salvezza, tanto da diventare vessillo (riferimento) per tutti.
I re davanti a Lui non saranno più tali: la potenza umana, la nobiltà, è superata, annullata, dalla potenza di Cristo Re e Signore, e tutti, re e principi compresi, non avranno più argomenti davanti a Lui. Tacere e adorare sono due verbi che vanno a braccetto, per riconoscere che Gesù è il Signore.
VIENI! Continua a elevarsi questo grido forte e accorato: vieni a liberarci Signore, vieni a spodestare i regni che ci tiranneggiano, vieni a essere l’Amato e l’Amore del nostro cuore!
Il bimbo di Maria sta per giungere, e se lo vogliamo, il nostro cuore sarà il suo trono, la sua culla…



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