Hamas preferisce i bombardamenti alla trattativa (come Putin)

Hamas (come il presidente russo) ritiene che le pressioni internazionali renderanno l’offensiva israeliana certo capace di mettere in difficoltà l’organizzazione, ma non in grado di soffocarla definitivamente. Anzi: l’effetto desiderato da Hamas per la gente di Gaza è esattamente quello che sta crescendo a dismisura, cioè l’odio assoluto verso Israele.


Basterebbe osservare con attenzione le mosse di Vladimir Putin, di fatto il miglior interprete planetario della brutalità che pervade le relazioni internazionali, per capire il senso profondo di quanto sta accadendo a Gaza. I fatti sono semplici, nella loro drammatica violenza: dopo una settimana di tregua con annesso scambio di ostaggi (90 circa quelli rilasciati da Hamas) da sabato sono riprese le attività militari nella striscia di Gaza, compresi i massicci bombardamenti dell’aviazione israeliana.

Ma perché la tregua è finita? E, soprattutto, cosa cerca il movimento politico/terroristico palestinese nel momento in cui (mai come ora) ha gli occhi del mondo intero puntati addosso?

La risposta c’è e va accettata in tutta la sua drammatica essenza: la pace è cosa buona per noi europei ricchi ma logori, mentre invece non serve più di tanto da quelle parti dove sono tutti giovani, dove la morte è visibile e presente da mattina a sera, dove manca la ben che minima dialettica democratica tra il popolo e la classe dirigente.

Occorre capire una volta per tutte che Hamas si nutre della guerra, perché ...

L'intera analisi di Roberto Arditti continua a questo link:

https://formiche.net/2023/12/hamas-preferisce-i-bombardamenti/



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