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Quello degli uomini nei femminismi è un cammino che si preannuncia lungo. L'acuta riflessione di Giulia Blasi

Le resistenze saranno enormi: portare le donne nei femminismi è stato ed è tuttora difficile, nonostante i vantaggi immediati e visibili che questo comporta. Convincere gli uomini a fare altrettanto non è così semplice: gli uomini non si sentono minacciati dal patriarcato. La maggior parte ci vive dentro senza attriti.


Gli uomini che decideranno di intraprendere seriamente questo percorso troveranno in molte di noi delle alleate: critiche, a volte, e senza sconti, ma sempre nello spirito della crescita collettiva. “Non esistono maschi femministi” è una posizione che - se mai è stata valida - ha fatto il suo tempo, e che tratta i femminismi come un territorio da difendere, piuttosto che come una pratica da diffondere. Abbiamo lavorato da sole per cinquant’anni, è ora di avere compagnia: chi dice di voler appoggiare Gino Cecchettin nel suo percorso dovrebbe riconoscere questa apertura e farne tesoro, ascoltando chi su questo tema ha già accumulato una competenza sufficiente a dare le spiegazioni necessarie.

L'intera riflessione della giornalista e scrittrice pordenonense a questo link:





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