“Eccomi” quando qualcuno ti chiama questa è la risposta ma è anche quella di quando siamo noi a chiedere aiuto a un amico. La Scrittura è piena di questi “Eccomi!” da Abramo e, passando per Isaia, giungendo a Maria il cui “Eccomi” è stata l’ultima parola dell’Evangelo di ieri, IV Domenica di Avvento.
Non siamo invece abituati e può sorprenderci che anche Dio, a chi lo invoca, risponde “Eccomi!” e invece lo troviamo nel versetto 6, quello immediatamente precedente al testo della prima Lettura tratta dal profeta Isaia al capitolo 52 della Messa del Giorno di Natale. Strana la scelta liturgica di non inserirlo. Eppure lungo questo Avvento dell’Anno B, tre delle 4 domeniche prime Letture e tutte quelle delle tre Messe di Natale, propongono un preciso itinerario che sfocia in quell’Eccomi di Dio:
“In quel giorno il mio popolo saprà chi sono io.
Io sono colui che dice: Eccomi!”.
Abbiamo aperto l’Avvento con un lamento e un grido (Is 63) “Perché, Signore, ci lasci pagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti teme? Se tu squarciassi cieli scendessi! Signore tu sei il nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani”.
Tutte le domeniche successive sono stati brani che annunciavano una risposta a questo nostro grido: “Consolate, consolate il mio popolo” dice il vostro Dio. Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie; alza la voce con forza e annunzia: “Ecco, il Signore Dio viene come un pastore e gli fa pascolare il gregge e col suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri” abbiamo ascoltato nella Seconda Domenica di Avvento.
Ancora un annuncio nella Terza. È Isaia che ha risposto “Eccomi!” alla domanda di Dio che si chiedeva “Chi manderò, chi andrà per me?” (Is 6,8) e il profeta ci ha raccontato “Lo Spirito del Signore Dio mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore”.
Nella IV Domenica Dio ci ha assicurato che renderà stabile il suo regno della discendenza di Davide perché “Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio”.
Poi l’esplodere nella notte un altro grido ma, questa volta, non è un lamento, al contrario perché “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in una terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia poiché un bambino è nato per noi, c’è stato dato un figlio ed è chiamato consigliere ammirabile, Dio potente, padre per sempre, principe della pace”. Nella Messa dell’alba la presentazione potremmo dire ufficiale: “Dite la figlia di Sion: ecco arriva il tuo salvatore; ecco arriva il tuo salvatore e tu sarai chiamata ricercata, città non abbandonata”. Si, perché camminando lontano dalle sue vie, Sion che è immagine del popolo di Israele ed oggi anche di noi, perde la sua identità, diventa come una giovane donna abbandonata, disprezzata, che non porta frutto.
Ma la Storia della salvezza ci dice che in tutte le situazioni difficili Israele alla fine ha sempre fatto esperienza della vicinanza del suo Dio. In Egitto, durante l’esodo, nell’ingresso in Canaan, ogni volta che lo ha invocato, il Signore ha sempre e subito risposto: Eccomi! ed è intervenuto in suo favore. Poi in seguito nelle due deportazioni dove hanno sopportato privazioni, sono stati umiliati, ciò che li angosciava, ciò che più li rattristava è l’inquietante interrogativo: Il Signore si è forse dimenticato di noi? Non risponderà più, come faceva un tempo, «Eccomi!» alle nostre invocazioni di aiuto?
Eppure come Israele non dubitò mai anche noi non dobbiamo farlo, nonostante viviamo certamente in una situazione di oscurità, di tenebra perché un giorno, lungo il lago di Galilea, comparve Gesù di Nazaret che cominciò a proclamare: “II regno di Dio è giunto!” (Mc 1,15). È così che il Signore ha risposto bussando alla nostra porta (Ap 3,20) e dicendo «Eccomi!» alle invocazioni d’aiuto dell’intera umanità. In Gesù di Nazaret Dio è venuto a liberarla e a dare inizio al mondo nuovo; meglio, come abbiamo già commentato un nuovo “In principio…” (Mc 1,1).
Per chi ne ha coscienza, ha aperto la porta e l’ha accolto, certamente anche questo Natale non potrà che essere lieto!
(BiGio)
Buon Natale anche a voi e grazie per i sempre stimolanti e puntuali riflessioni sul Vangelo spesso non scontati. Grazie anche di tutti gli altri pist
RispondiElimina