Nordestini concordi sul fine-vita: è necessario siano rispettate le volontà dei singoli, qualsiasi esse siano. Secondo i dati elaborati da Demos per Il Gazzettino, oltre otto su dieci (82%) si dichiarano moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede".
Se guardiamo alla serie storica offerta dall'Osservatorio sul Nord Est, vediamo come questa posizione sia cresciuta in vent'anni. Nel 2002, prevaleva una certa divisione: era il 56% a ritenere giusto che i medici potessero aiutare i malati incurabili e sofferenti ad andarsene, se l'avessero richiesto. Nel 2007, però, osserviamo il primo segnale di una più marcata apertura verso la "dolce morte": il consenso, infatti, arriva al 67%, valore confermato e rafforzato dal 69% del 2012. È nel 2017, però, che viene superato il muro del 70%, arrivando al 73%, soglia presto abbandonata quando, quattro anni più tardi, raggiunge l'80%. Da allora, la tendenza è ancora di consolidamento e crescita: 81% nel 2022, 82% nella più recente indagine.
L'intera presentazione della ricerca a cura di Natascia Porcellato a questo link:
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