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Ucraina, l'inverno di Kiev

La controffensiva non è andata come sperato e il sostegno all’Ucraina scricchiola, ma ad avvantaggiare Putin è un’Europa che non si impegna abbastanza.


Dopo mesi di sostanziale stallo e una controffensiva che ha deluso le aspettative, alla fatica per la guerra sta subentrando il pessimismo. “Dobbiamo essere pronti anche alle cattive notizie”, ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg in un’intervista all'emittente tedesca ARD. “Le guerre si sviluppano in fasi – ha precisato – e dobbiamo sostenere l'Ucraina sia nei momenti buoni che in quelli cattivi”. I suoi commenti arrivano mentre gli alleati occidentali dibattono sulle munizioni e sugli aiuti finanziari da stanziare per Kiev, e a pochi giorni dalla firma di un decreto con cui il presidente russo Vladimir Putin ha aumentato il numero degli effettivi di circa 170mila unità, portandolo a un totale di 1,3 milioni. Negli ultimi mesi le linee del fronte si sono mosse poco e ora il gelo dell’inverno è calato sul paese, rendendo più difficile ogni avanzamento così come spostarsi e assicurare i rifornimenti. In queste circostanze l’Ucraina teme gli attacchi russi con missili o droni contro le infrastrutture energetiche, come avvenuto lo scorso anno, perché rischiano di lasciare la popolazione civile al freddo e al buio. Stoltenberg ha invitato i membri della Nato ad aumentare la produzione di munizioni, lamentando lo stato frammentato dell'industria della difesa europea. “Non siamo in grado di lavorare insieme come dovremmo”, ha affermato, esortando i governi a guardare oltre i loro interessi nazionali e a vedere il quadro generale: “Più sosteniamo l'Ucraina, più velocemente la guerra finirà”.
Il conflitto scoppiato fra Israele e Hamas in Medio Oriente ha non solo distolto – almeno in parte – l’attenzione internazionale dalla guerra in corso in Europa orientale, ma ne ha perfino relativizzato l’eccezionalità e la gravità. Ciò di cui l’Ucraina avrebbe ora bisogno è una roadmap credibile per la sua integrazione nell’”Occidente politico” (come lo chiama Putin), economico e militare, nella quale il sostegno continuato e la solidarietà concreta dei partner NATO e UE si accompagnino ad una visione equilibrata e lungimirante degli interessi strategici del paese

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