In principio Dio era queer?

Se nella storia della letteratura mondiale c'è un testo queer per eccellenza questo testo è la Bibbia! Sì, proprio la Bibbia, universalmente considerata il libro sacro per antonomasia, il «grande codice» della cultura occidentale, secondo la ben nota definizione di Northrop Frye, essa è in sé stessa queer, dal momento che è il non ordinario, l'insolito, il non conforme a una norma imposta.


Del resto, abitualmente si traduce l'aggettivo e il sostantivo inglese queer con bizzarro, strano, curioso, eccentrico, stravagante, originale, ironico, ma anche sospetto, dubbio, poco chiaro. Per questo, compito del queer è guastare, rompere gli equilibri, scardinare le certezze, uscire da ciò che è convenzionale, prestabilito, rifiutando di accettare risposte facili e convenzionali. La Bibbia è una raccolta di libri che contengono un'infinità di episodi curiosi, strani, strambi a volte perfino incredibili, assurdi. Vi si trovano storie di persone tra le più diverse tra loro: personaggi di grande fede, giusti e amici di Dio, ma anche affabulatori, avventurieri, impostori, assassini, fratricidi e criminali. La Bibbia narra una storia di storie queer perché, a differenza di altri testi sacri, i libri della Bibbia raccontano vicende e presentano figure che oltrepassano i confini tracciati da culture, istituzioni, saperi, conoscenze, linguaggi, generi e ambienti sociali. 


L'intera presentazione di Enzo Bianchi a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202312/231202bianchi.pdf

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