La violenza di genere, tra legami fragili e senso di vulnerabilità. L’esigenza di alzare lo sguardo

Cronache e numeri restituiscono una percezione di «insicurezza generalizzata», riflette la sociologa Giaccardi. Eppure si fatica a guardare un po’ più lontano. E anche il contributo che come cattolici potremmo portare resta per lo più inespresso


Guardando alle cronache che la raccontano, Giaccardi evidenzia «almeno due gravi lacune» nell’analisi del fenomeno: «La prima, generalizzata, la definirei “miopia interpretativa”; la seconda è una vera e propria forma di “imbarazzo ermeneutico” derivante dalla contrapposizione ideologica in cui è bloccato il dibattito contemporaneo sul concetto di genere, e nella quale anche una buona parte del mondo cattolico rimane ahimè intrappolato». Alla prima, la miopia, lega l’incapacità di alzare lo sguardo dalla superficie più immediata per vedere un po’ più lontano. «Ogni volta – riflette – ci si stupisce che persone che parevano normali si trasformino in spietati assassini. Al di là delle circostanze contingenti, dei pretesti che scatenano l’efferatezza – prosegue -, c’è una questione ben più complessa: una cultura iperindividualista dove è buono e vero solo ciò che ...

L'intervista a cura di Federica Cifelli continua a questo link:





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